Ci sono diversi errori di una campagna email marketing che possono rovinare il risultato tanto atteso. Ovvero? Molto dipende dalle tue esigenze, c’è chi investe nella lead generation e cerca indirizzi email di aziende per trovare nuovi clienti.
Altri invece mantengono alta l’attenzione dell’utente e fidelizzano i clienti con una newsletter informativa. Altri ancora puntano a una DEM per vendite dirette.
Le soluzioni sono tante ma c’è un punto da sottolineare con forza: basta una semplice distrazione per rovinare ogni sforzo profuso per ottenere contatti, creare contenuti e ottimizzare il database. Cosa sapere su questo fronte? Ecco gli errori di una campagna email marketing che devi sempre evitare.
Errori nel campo oggetto
Il primo errore dell’email marketing è questo: hai utilizzato un campo oggetto inadeguato o che comunque non rispetta le principali regole dell’ottimizzazione.
Sai bene che questo elemento è uno dei più delicati e complessi, si tratta della stringa di testo che viene visualizzata come introduzione. E spesso le persone decidono se aprire o meno l’email solo leggendo questo copy. La situazione si estremizza ancora di più quando si usa un servizio di posta elettronica da mobile.
La sintesi immediata nel campo oggetto, unita alla buona capacità di comunicare i punti di forza del contenuto, possono fare la differenza in termini di open rate. E sbagliare il campo oggetto porta inevitabilmente al fallimento della campagna.
Troppe email alla settimana
Uno degli errori principali dell’email marketing è la frequenza di invio che può essere esasperante o inefficace. Uno dei motivi più diffusi di abbandono della lista di contatti è proprio questo: l’utente non ha piacere a essere disturbato continuamente e vede il tuo continuo lavoro di pubblicazione come un disturbo. Anche se il focus nelle email è allineato con le esigenze c’è un rischio reale.
Il concetto: l’invio di troppe email potrebbe infastidire i tuoi iscritti a prescindere dal contenuto. Ma inviarne un numero ridotto potrebbe raffreddare i contatti.
Quindi, qual è il miglior ritmo di pubblicazione per generare il massimo coinvolgimento via email? Solo i test possono darti la risposta giusta anche se, nella maggior parte dei casi come suggerisce www.mailerlite.com, il tasso di apertura delle email aumenta con il diminuire del numero di invii settimanali.
C’è rischio spam nelle email
Quando utilizzi un linguaggio particolare nel corpo email e nell’oggetto – con keyword legate ai vantaggi economici, agli sconti e alla vendita di medicinali – rischi di essere bloccato dai filtri spam. Per questo chi crea le campagne di email marketing deve rispettare una serie di parametri che abbassano la probabilità di essere etichettati come posta indesiderata dai software antispam.
Ad esempio evitando l’uso di termini che da sempre vengono riconosciuti come minaccia dai sistemi di sicurezza e utilizzando meccanismi di invio basati su server SMTP. Il resto del lavoro deve essere svolto per evitare che sia l’utente a segnalare il tuo invio come non richiesto. A tal proposito leggi il prossimo punto.
Non c’è possibilità di disiscriversi
Proprio così: devi dare alle persone un modo abbandonare la tua newsletter o la lista di invio delle DEM. In primo luogo perché questo è un dovere a norma di legge. Inoltre, la presenza di questo link permette all’utente che non vuole più ricevere le tue comunicazioni di lasciare il database senza segnalazione.
Infatti, se tanti utenti non riescono a lasciare la tua newsletter c’è il rischio di subire segnalazioni di massa che possono trasformarsi automaticamente in una fonte di spam. E tu non vuoi questo, giusto?
Errori formali di invio email o newsletter
Sai qual è una delle principali fonti di errore quando crei una nuova campagna? Inserisci all’interno del contenuto qualche errore formale. Ovvero, non legato alla sostanza ma ad alcuni problemi di distrazione. Che possono causare danni.
Primo punto: prima di inviare verifica che i link funzionino. Non è il massimo mandare un’email a decine di migliaia di persone e scoprire dopo che il link della call to action non funziona. O che magari non si vede l’immagine. Verifica che tutti i link siano corretti e che la foto sia leggera, in un formato noto e con tag alt.
Soprattutto, assicurati che la struttura dell’email non sia strettamente legata al visual: tutto deve funzionare anche se la foto non si carica. Attenzione a eventuali tag per rendere l’email personalizzata con il nome del contatto: se non ottimizzi questo aspetto rischi di mandare email con un drammatico “Ciao [Nome]”.
“Consumers open emails with personalized subject lines at a 50 percent higher rate compared to emails without personalized subject lines”.
Vero, le email con oggetto personalizzato hanno un tasso di apertura superiore rispetto ai messaggi senza campi dinamici. Ma devi anche impostare il tutto in modo da evitare uno degli errori di una campagna email marketing più drammatici.
Da leggere: cosa sono e come si creano i lead magnet
Lead generation inadeguata
In alcuni casi rischi di diventare un fastidio e non una risorsa. Se cerchi di aumentare le email a cui inviare i tuoi contenuti puoi ottenere risultati inversi.
Avviene quando, ad esempio, inserisci persone nelle liste non interessate a ciò che proponi. Questo è un problema che puoi risolvere in modi diversi.
Una delle soluzioni migliori: affrontare la sfida con un servizio di ricerca email professionale che ti consente di trovare i contatti giusti per fare campagne di email marketing senza rischi: hai un database profilato, allineato alle esigenze in termini di GDPR e privacy. Vuoi maggiori informazioni su questo tema?