In ogni strategia di email marketing c’è un errore che non ci si può permettere: dare per scontato che un messaggio, una volta inviato, arrivi davvero nella casella principale del destinatario. Il problema non è meramente tecnico, È una questione di metodo, di credibilità, di attenzione al dettaglio. Perché finire nella cartella spam non è soltanto fastidioso: è un segnale chiaro che qualcosa non ha funzionato come dovrebbe.

Inviare email efficaci, rispettose delle regole e capaci di raggiungere davvero chi le deve leggere, è oggi una delle attività più delicate nel mondo del digital marketing. I filtri antispam dei provider di posta sono sempre più severi, costruiti per difendere gli utenti da comunicazioni non richieste, imprecise o tecnicamente scadenti.

Ecco perché ogni azienda che punta su campagne DEM deve conoscere le buone pratiche che aiutano a evitare di finire tra i messaggi indesiderati.

L’importanza della reputazione del mittente

Tutto inizia da qui. La reputazione del dominio e dell’indirizzo IP utilizzato per inviare le email è uno dei primi elementi che i provider analizzano per decidere dove collocare un messaggio in arrivo.

Una cattiva reputazione nasce da comportamenti superficiali: invii massivi a contatti non verificati, percentuali elevate di email rimbalzate, segnalazioni di spam da parte dei destinatari. Ma anche cambi di dominio frequenti o indirizzi IP poco affidabili possono creare problemi.

La gestione di questi aspetti richiede attenzione costante. Un dominio ben configurato, stabile e utilizzato per comunicazioni trasparenti costruisce nel tempo una reputazione solida e riconosciuta.

 

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Per evitare problemi è consigliabile:

  • utilizzare un dominio professionale dedicato alle campagne DEM;
  • controllare periodicamente lo stato del proprio IP attraverso strumenti di verifica disponibili online.
  • mantenere una frequenza di invio regolare e graduale, evitando picchi improvvisi.

Configurare correttamente i protocolli di autenticazione

Uno degli aspetti più trascurati — e al tempo stesso più determinanti — per garantire la corretta consegna delle email riguarda la configurazione dei protocolli di autenticazione del dominio. Si tratta di strumenti tecnici essenziali, adottati dai principali provider di posta elettronica per distinguere le comunicazioni autentiche da quelle potenzialmente pericolose o fraudolente. Ignorare questo passaggio o sottovalutarne l’importanza significa esporsi in modo diretto al rischio che le proprie email non raggiungano mai la casella principale del destinatario, finendo bloccate o automaticamente dirottate nella cartella spam.

In particolare, i protocolli utilizzati sono tre e operano in modo complementare per offrire un sistema di verifica affidabile e riconosciuto a livello globale.

Il primo è lo SPF (Sender Policy Framework), un sistema che consente di definire con precisione quali server sono autorizzati a inviare email per conto di un determinato dominio. È una misura di controllo fondamentale, pensata per impedire che terze parti possano utilizzare in modo improprio un dominio aziendale per attività di spam o phishing.

Accanto allo SPF, troviamo il DKIM (DomainKeys Identified Mail), un protocollo che aggiunge una vera e propria firma digitale alle email in uscita. Questa firma non è visibile all’utente finale, ma consente ai server di posta riceventi di verificare che il contenuto del messaggio non sia stato alterato durante il suo transito sulla rete. È un meccanismo silenzioso ma estremamente efficace, che protegge l’integrità del messaggio e contribuisce a rafforzare la credibilità del mittente.

Il terzo protocollo, il DMARC (Domain-based Message Authentication, Reporting & Conformance), agisce come un coordinatore delle regole stabilite dagli altri due sistemi. Permette di definire in modo puntuale cosa deve accadere quando un messaggio non supera i controlli SPF e DKIM, fornendo inoltre report dettagliati che aiutano il mittente a monitorare l’attività legata alle proprie email. Grazie al DMARC, è possibile ricevere informazioni preziose sul comportamento dei server riceventi, identificare eventuali problemi di configurazione e intervenire tempestivamente per correggere errori tecnici che potrebbero compromettere l’affidabilità della campagna.

Configurare questi protocolli in modo corretto è una condizione necessaria per qualunque azienda desideri gestire campagne DEM in modo professionale e sicuro. In assenza di questi accorgimenti, anche il miglior contenuto rischia di non essere mai letto, perché bloccato a monte dai filtri antispam che proteggono la casella del destinatario.

È una questione di credibilità, di rispetto per chi riceve le comunicazioni e di responsabilità verso il proprio brand. Insomma, chi oggi si occupa di email marketing non può più permettersi di ignorare questi strumenti: a partire da esse è possibile costruire una comunicazione digitale efficace, trasparente e realmente performante.

Costruire e gestire liste di contatti affidabili

Uno degli errori più gravi, e purtroppo ancora diffusi, riguarda l’utilizzo di liste di contatti poco affidabili o non autorizzate.

Avere una lista di destinatari ampia non significa avere una lista utile.

Le anagrafiche aziendali per l’email marketing devono essere raccolte con attenzione, nel pieno rispetto del GDPR, attraverso processi chiari e tracciabili. Meglio avere una lista più contenuta ma realmente interessata, che una banca dati enorme piena di indirizzi non attivi o addirittura inesistenti.

La segmentazione dei contatti è un altro passaggio decisivo. Conoscere il settore, il ruolo aziendale o il livello di interesse di chi riceve l’email permette di costruire messaggi più pertinenti, migliorando non solo l’efficacia della campagna ma anche la qualità della reputazione del dominio.

Le liste devono essere aggiornate regolarmente, eliminando gli indirizzi inattivi o duplicati. L’automazione può aiutare molto in questa fase, soprattutto per la gestione dei consensi e dei dati raccolti.

Scrivere email che superano i filtri antispam

I filtri antispam non analizzano solo la parte tecnica. Valutano in modo dettagliato anche il contenuto del messaggio.

Le email scritte in modo troppo aggressivo, con formule standardizzate o eccessivamente promozionali, rischiano di non essere nemmeno visualizzate.

È buona norma:

  • scrivere oggetti chiari e pertinenti, evitando maiuscole, simboli inutili o termini troppo commerciali;
  • curare l’intestazione e il corpo del messaggio, puntando su contenuti utili, ben formattati e privi di errori;
  • inserire sempre un link di disiscrizione visibile e i dati di contatto aziendali completi.

Anche il design dell’email ha un peso: immagini troppo pesanti, link sospetti o allegati possono far scattare i controlli.

Meglio preferire layout semplici, responsive e facilmente leggibili da mobile, dove ormai si concentra gran parte della lettura dei messaggi.

Automazione DEM e gestione dei workflow email

Le piattaforme professionali di automazione DEM offrono strumenti avanzati per gestire ogni fase della campagna in modo ordinato ed efficace.

Oltre alla possibilità di creare workflow email su misura, questi strumenti consentono di tracciare in tempo reale le performance di ogni invio, raccogliendo dati preziosi per ottimizzare le attività future.

L’automazione consente di programmare gli invii in base al comportamento dell’utente, inviando messaggi personalizzati, segmentati e pertinenti.

Non solo: aiuta a mantenere la lista pulita, gestendo in automatico le disiscrizioni, i rimbalzi e gli aggiornamenti dei dati.

Monitorare i risultati per migliorare le campagne

Inviare una campagna DEM senza monitorarne i risultati significa lavorare alla cieca.

Alcuni indicatori devono essere sempre analizzati con attenzione:

  • Open rate: misura quante email sono state aperte.
  • Click-through rate: valuta l’interesse reale verso i contenuti proposti.
  • Bounce rate: segnala gli indirizzi non validi o le email non recapitate.
  • Spam complaint rate: indica quante persone hanno segnalato il messaggio come indesiderato.

Analizzare questi dati consente di intervenire tempestivamente, correggere errori e migliorare progressivamente la qualità delle comunicazioni.

L’email marketing è un lavoro di precisione

Gestire una campagna DEM professionale richiede cura, metodo e conoscenza degli strumenti. Non basta scrivere un testo accattivante o avere un database ampio. Occorre un equilibrio costante tra aspetti tecnici, contenutistici e organizzativi.

Investire tempo nella configurazione del dominio, nella gestione delle liste e nella scrittura dei messaggi consente di costruire una relazione autentica con i propri destinatari. Una relazione che si basa sulla fiducia, sull’utilità di ciò che si comunica e sulla trasparenza dei processi.

Oggi più che mai, evitare la cartella spam significa lavorare meglio, rispettare chi riceve i nostri messaggi e ottenere risultati concreti.

Se desideri un database di email aziendali profilate e pronte per le tue campagne DEM, contattaci subito.

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